Come sarà l’energia delle smart city

Smart city lombardia

Le città occupano soltanto in 2% della superficie terrestre. Eppure, ospitano la metà degli abitanti del pianeta, consumano il 70% dell’energia prodotta a livello globale e generano circa il 75% delle emissioni di gas serra.
Basta leggere questi dati, pubblicati nel volume La Prossima Città di Giuseppe Franco Ferrari, professore ordinario di Diritto Costituzionale all’Università Bocconi,   per capire quanto sia urgente adottare un modello diverso di città. Come quello della smart city che, oltre a proporre una realtà urbana intelligente, mette in primo piano la sostenibilità energetica, l’utilizzo di fonti rinnovabili, la riduzione dei consumi energetici e la diminuzione delle emissioni di CO2.

Una città del genere, che sia contemporaneamente intelligente e sostenibile non è utopia, anzi. Numerose realtà si stanno già avvicinando a questo modello: Kisielice, in Polonia, Georgetown, in Texas, Sydney, in Australia.

E anche qui in Italia, afferma la ricerca del professor Ferrari, molte città hanno preso a cuore la sostenibilità energetica. Nonostante il limitato spazio di manovra in campo energetico, tutti i Comuni italiani hanno installato almeno un impianto fotovoltaico nel loro territorio e in 1435 Comuni su 7978 l’energia elettrica prodotta da tali impianti supera il fabbisogno delle famiglie residenti.

Un altro fenomeno che sta interessando il nostro Paese riguarda l’attivazione dei singoli cittadini: gli italiani sono sempre più attenti alle questioni energetiche in generale e alla possibilità di produrre energia pulita.
Questo cambiamento di coscienza è stato incoraggiato dall’abbattimento dei costi di produzione di energia da fonti rinnovabili, dallo sviluppo di tecnologie di stoccaggio dell’energia, come le batterie, e dalla convergenza tra reti elettriche e reti digitali (smart grid). Tutti fenomeni che rendono possibile la creazione di forme diffuse di produzione e di consumo dell’energia.

Quello che si prefigura per i prossimi anni è un modello in cui la produzione di energia sarà affidata a sistemi decentrati, dove ciascun consumatore potrà produrre l’energia che gli serve. Un sistema in cui la struttura portante non è più rappresentata dai grandi poli di generazione energetica ma dalle comunità locali e dai singoli individui, i prosumer, ossia i consumatori che producono in autonomo  l’energia di cui hanno bisogno e che la immettono in rete. Questi saranno i veri promotori della transizione energetica.